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IlViaggio dell'Airone

La prima avventura scritta da Silvia & Andrea Bartolini

Segnalato dalla giuria della XIV edizione del Premio Internazionale Mario Luzi 2019

Vincitore del Premio Letterario - L’Ebbrezza della Vita 2019

Vincitore del Premio Italia Poesia Chiama -

Corrispondenze letterarie dal Mondo

 Giglio Blu Firenze 2019

Al di qua

Al di qua della Porta

stella bianca

Una luce in cielo attirò la mia attenzione: ‘Una stella di giorno’ pensai. Poi mi accorsi che si stava dirigendo velocemente verso di me e, quando oramai era giunta nei pressi della nave, prese improvvisamente le sembianze di un uccello che aveva delle piume rosse sulla sommità del capo.

 

L’airone solitario dalle piume rosse che, ogni sei mesi, intraprende un lungo viaggio intorno al globo terrestre, fino a raggiungerne i luoghi più remoti. Quando lo sguardo di un giovane puro di cuore lo scorgerà in volo, il tempo di pace e armonia tornerà a guidare i destini degli uomini.

 

La moltitudine delle persone osserva ciò che le circonda senza percepire che il nostro mondo si sorregge e si nutre di coincidenze misteriose. Queste non sono altro che tracce, lasciate affinché degli uomini speciali le individuino e determinati avvenimenti possano realizzarsi.

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La storia narra che, quando gli Dei dei mondi decisero che la Terra avrebbe accolto la razza umana, nove alberi di ginkgo furono donati da un pianeta antico e precedente al nostro affinché creassero l’ambiente e producessero l’ossigeno necessario alla nascita dell’uomo. Questo mondo si chiamava Heilun e gli fu affidato il compito di vegliare sulla Terra. L’albero di ginkgo è un passaggio che unisce il nostro mondo a quello di Heilun…

 

…Ripresi a camminare con circospezione finché sentii incombere su di me qualcosa di gigantesco, alzai lo sguardo e cercai di mettere a fuoco. Era talmente grande che le sue fronde non permettevano alla luce di penetrare, ogni cosa entrasse in contatto con la sua ombra veniva avvolta dalle tenebre, come se fosse notte. -Ecco l’albero di Ginkgo!–.

 

…Nell’universo esistono delle forze che cercano di compromettere gli equilibri del nostro pianeta e, per far ciò, provano a devastarlo. Se riuscissero nel loro intento anche Heilun farebbe la nostra stessa fine.

-Chi può curare la Terra?–

-Misoghi, una saggia creatura che ha la capacità di riportare armonia nel caos degli eventi.-

-Misoghi!– ripetei.

-Non l’ho mai vista, ma l’ho sentita sempre al mio fianco. Si manifestò in sogno e mi disse che ero stato prescelto per proteggere l’entrata di Heilun e quindi avrei dovuto aiutarla.

la foglia

…–Scattami una foto.– disse. Raccolse quindi un’enorme foglia caduta a terra e s’inginocchiò mostrandola sul palmo aperto. –Un giorno questa foto sarà utile a qualcuno!– disse.

 

…mi fu consegnata una missiva. Esibiva un francobollo del Belize e sulla busta c’era un disegno di forma triangolare di colore verde con al centro la figura di una donna con una civetta sulla spalla, sul bordo la scritta “Cabo de Tartago”. “Mai sentito” pensai. Incuriosito aprii la busta, conteneva una foglia dalle dimensioni eccezionali e una lettera scritta a mano.

…presi la lente d’ingrandimento dal cassetto e iniziai a cercare se ci fosse un’indicazione della riserva tra il Belize e il Guatemala. Mentre ero intento nella ricerca qualcosa mi sembrò prendere vita dal planisfero: per un istante vidi un enorme albero, mi sembrò di trovarmi al suo cospetto e di udire una voce che mi chiamava: <Spinone>. Rimasi sorpreso, iniziai a sudare freddo, avevo avuto un’allucinazione, forse ero troppo stanco. Andai a sciacquarmi, mentre l’acqua rinfrescava il mio volto, riflettei che quell’albero doveva avere qualcosa di speciale, andai a prendere la foglia ed ebbi la sensazione di averne già vista una simile.   

Al di là

Al di la della Porta

battaglia

Stavros Mi raccontò che da quando era entrato in possesso della spada in lui era iniziato un cambiamento, il suo spirito stava progredendo, aveva iniziato a vedere fino in fondo all’essenza delle cose, sembrava non avesse neanche più bisogno di parlare. Come lui stesso ebbe a dire: -Sono riuscito finalmente a fendere il velo che copriva i miei occhi, ringrazio gli dei per questo.-

-Che fine ha fatto la spada?– domandò Guto.

-È andata perduta, nessuno l’ha più vista dopo quella fatidica sera.- rispose Salin.

Ad un certo punto si rivolse ad Astero, che era rimasto in disparte: -Cosa stai facendo?- gli domandò a bruciapelo.

L’altro, che era intento a scavare una piccola buca, si fermò tremante, non osava alzare lo sguardo da terra. –Ni… niente- balbettò confusamente.

–Sanno che siamo arrivati e che ci troviamo in questo luogo.- proseguì tuo nonno.

 

-Quello che ti stanno costringendo a fare è inutile, ti porterà solamente alla perdizione, non potrai più tornare indietro. Cerca di aver fiducia nella provvidenza.-

Astero continuava a tenere lo sguardo fisso a terra, il seme che stringeva tra le mani lo faceva tremare, sembrava che una guerra si stesse consumando dentro di lui, la sua fisionomia animale stava prendendo il sopravvento su quella umana.

-Fai quello che ritieni più opportuno.- concluse Stavros –Del resto, ognuno di noi ha il suo ruolo in questa storia.-

il teatro

Continuammo a seguire il sentiero che si perdeva nella macchia, finché giungemmo in uno slargo: -Il teatro!- esclamai stupefatto. Si ergeva davanti a noi un edificio fatiscente che era stato evidentemente abbandonato da anni.

 

Rimanemmo meravigliati ad osservarlo: era quantomeno insolito imbattersi in una costruzione del genere in un bosco, così lontano dalla civiltà. Il fabbricato a prima vista poteva sembrare un’abitazione, ma se si prestava più attenzione si poteva notare, anche se alterata dalla vegetazione, la forma semi-circolare che l’architetto aveva voluto dare alla struttura per farla somigliare ai teatri dell’antichità; il muschio e l’edera avevano colonizzato le pareti che saranno state alte più di quattro metri riempiendo le crepe nei muri.

 

…sul palcoscenico, sospeso a più di due metri d’altezza, legato con delle corde che gli stringevano le ali a due colonne che si trovavano lì dai tempi della rappresentazione, si trovava il Messaggero: aveva il collo piegato su un lato, sembrava morto.

…-Aiuto!- urlai -ci ha raggiunto.-

L’ombra aveva allungato le braccia, sembravano essersi trasformate in lunghi rami con alle estremità degli artigli, stava per afferrare nella sua presa letale Spinone e il Messaggero.

Con uno scatto improvviso Alexander si portò in avanti, mettendoglisi di fronte: -Torna negli inferi, qui regna la luce, non hai alcun potere su di noi.- le urlò.

Poesie

oesie e Filastrocche

Testi opera di Silvia e Andrea Bartolini

Il Viaggio

Davanti ai miei occhi un sentiero ondulato.

La strada dai contorni evanescenti si presagisce,

la natura circostante inebria la mia presenza.

Un turbine sorge dal profondo: barcollo.

 

Ricordo l’antica destinazione da conquistare.  

Lì troverò le risposte, ne son sicuro!

Con passo risoluto salto sulla via,

m’incammino solitario, recante

nel cuore l’ostinata memoria.

Mondo Onirico

Un animale in lontananza:

un lupo dal grigio manto.

I suoi occhi mi fissano

fendendo l’animo come una lama.

 

“Non hai niente da temere”

 

par che dica mentre s’avvicina.

Una repentina trasformazione.

Un uomo davanti a me,

insospettabile alleato.

 

Non hai niente da temere

 

L’oscurità mi risucchia dal sogno,

un ultimo sguardo mi è concesso.

Una mano allunga verso di me,

sul palmo una foglia di ginkgo

Follia

Una storia già sentita,

un altro gioco della mente.

Ahh! (Esclamazione di Dolore)

 

Le tenebre, preso il potere,

Sul mio mondo scese.

Lo hanno avvolto nell’oscurità 

Senza pietà alcuna.

Ahh! (Esclamazione di Dolore)

 

Sveglia! Sveglia

Una voce canta da lontano.

Sveglia! Sveglia

Si avvicina piano.

Sveglia! Sveglia

Incessante è il richiamo

Sveglia! Sveglia

Afferro la nota e dall’abisso riemergo invano.

Infinito

Il sentimento del passato mostra,

Svelandolo improvvisamente, ciò che sarà.

Il futuro diventa passato, il presente svanisce

Tutto si mischia nell’animo mio.

 

Malinconica allegria investe il cuore,

Quando il pensiero si volge ad intendere

Ciò che prova chi sul finire degl’anni

Si volta a mirare.

A quel punto diventa minuto

Il mio essere, fino ad entrare a far parte

Di una comune sensazione che non ha limiti

E mi trasporta con sé in un dolce sentiero.

 

Mi trovo a pensare:

Tutto prima o poi sarà riunito

Tutti i tempi fissati in un istante

Tutto il nostro vissuto sarà racchiuso

Memoria

Memore di un passato non vissuto

E di un futuro da ricordare,

Povera anima mia che ti fermi a osservare.

 

Chiusi gli occhi intuisco:

Un sottile timore di comprendere che

Questa vita è altro da me.

Ritrovamento

Sono qui ansimante,

occhi spalancati.

Ammiro l’albero,

intravedo il passaggio.

 

Un umile raggio illumina il volto,

Vibro col tutto.

Nulla altera il mio sentire,

che magia divenire!

 

Un lampo vien fuori,

da dove? Sorge spontaneo…

Accecante indica il punto

Il lume nel quale imperturbato mi congiungo.

La Ballata di Spinone

Ti vedo di nuovo

Davanti ai miei occhi

Guardare il cielo assorta,

Alla ricerca di una traccia, di una risposta

Che a casa ti riporti

 

Il tuo sguardo attraversa il confine orizzontale

Son pronto a saltare per venirti a cercare  

 

Mano nella mano verso la Cattedrale.

Lontano ti ho perduta,

Disperato, nessuno ti riconduce

L’oscurità mi ha ingioiato, beffarda.

 

La tua voce attraversa il confine orizzontale

Son pronto a saltare per venirti a liberare

Accovacciato accanto alla quercia mi son ritrovato

L’umidità ho annusato e di radici mi son cibato

Per nove anni cane, l’Intruso di Glosoli,

maledetto ed allontanato.

 

La tua voce attraversa le sbarre della prigione

Son pronto a lottare per venirti a riabbracciare

 

Inaspettata, quando oramai tutto è perso,

modificati gli abiti e gli umori da non riconoscersi più,

tornati all’origine in un unico punto,

la misericordia divina nella luce ci ha giunti.

Scritto a quattro mani

4 mani

 Silvia, Andrea, e gli altri membri della Confraternita della Foglia Argentata

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Si festeggia

Si festeggia

30        Novembre      2019

Catania, Italia

 L'Airone prende il volo per ritirare il Premio L'Ebbrezza della Vita

29 di Maggio 2019

Incontro con gli autori tra parole, immagini e musica

Silvia & Andrea Bartolini saranno accompagnati dalla musica creata appositamente per i loro testi da Fulvia di Domenico (voce), Enrico Bracco (chitarra) e Francesco Poeti (basso) e dalle immagini di Shigemi Inàgaki.

Interverranno alla discussione:

Rosaria Brocato, Responsabile Dipartimento Scuola FIABA onlus

Elena Cordaro, Responsabile Società Umanitaria, sede di Roma

Dove?

Societa umanitaria.jpg

Via U. Aldrovandi 16, Roma - Sala Roma ore 18:00      

 

Vuoi venire?

Tel: 063242156

Email: info@ilviaggiodellairone.com

La magia di Fulvia di Domenico , Piergiorgio Pirro e Daniele Cappucci

"Home Concert" con L'Airone a Bruxelles 13 aprile 2019

FESTA di Presentazione a Roma 3 novembre 2018 a

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